
Con il Covid i reggiani vogliono allargarsi e avere il giardino Bossi (Fiaip): «Le nuove esigenze stimolano il mercato»
«Le regole delle famiglie sono cambiate: ormai ci sono i figli in Dad da una parte, i genitori in smart working dall’altra. Questo ha portato a ridurre l’interesse per il mercato degli uffici, facendo invece partire una sorprendente richiesta per case più grandi e possibilmente con giardino per poter dare sfogo alla nuova e più stretta convivenza».
Tra i mercati più condizionati dal nuovo stile di vita in tempi di Covid c’è sicuramente quello immobiliare. Un mercato mutato sull’onda delle emozioni così come delle nuove necessità, come le inquadra Nicola Bossi, presidente provinciale della Fiaip, il sindacato degli agenzia immobiliari, che nel 2020 hanno chiuso con fatturati in crescita. «Un aumento di richieste di case che ci ha addirittura sorpreso – dice Bossi – Il post Covid ha generato un’inaspettata richiesta di case. L’abitazione media in Italia è di 70/80 metri quadri a livello nazionale. Dopo il Covid chi viveva in spazi ridotti, in condomini grossi senza balcone, senza giardino e con tanta gente, si è messo alla ricerca di abitazioni con spazi esterni, come la classica maisoinette al piano terra con un pezzo di giardino. L’altra abitazione molto richiesta adesso è la villetta a schiera ma si sale di fascia di prezzo. Chi vive in 70 metri quadrati ora vuole averne 100, quindi due camere e mezzo o magari due bagni». L’abitazione deve essere quindi più confortevole essendo diventata anche luogo di interazione e di lavoro. Da qui un aumento delle compravendite nella seconda fase del 2020, che sembra ancora forte a inizio 2021. «Buona parte dei nostri colleghi reggiani hanno lavorato bene, recuperando anche sul 2019, chiudendo con un fatturato maggiore per la stragrande maggioranza dei nostri associati Fiap di Reggio e provincia nonostante i due mesi di chiusura imposti per il Covid».
Anche i tanti bonus stanno avendo un effetto positivo sulle case da ristrutturare, salvo i richiami del presidente reggiano dell’Ance, l’associazione dei costruttori legata a Unindustria, che lamenta una fiammata dei prezzi sui materiali edili. «L’effetto dei bonus stato certamente positivo ma non è che sia tutto regalato, come pensa certa gente sul superbonus al 110% – spiega Bossi – Per quello serve coinvolgere progettisti, termotecnici e anche per noi agenti immobiliari c’è lavoro. Ma c’è anche molta burocrazia e ci sono limitazioni. Chi sbaglia può perdere tutto il piatto. Inoltre l’Agenzia delle Entrate ha sette anni di tempo per controllare minuziosamente il rispetto dei vincoli. Bisogna quindi procedere con attenzione. Certo il prezzo delle materie prime è salito e la casa nuova resta per pochi».
La torta sembra comunque ricca e gli agenti immobiliari non possono dirsi scontenti per l’evoluzione del mercato. «Anche noi abbiamo aspettative con il governo Draghi – anticipa Bossi – vogliamo portare in campo delle richieste. Tra queste la deducibilità dell’Imu per tutti, una tassa unica per la casa che elimini i troppi balzelli. Bisogna poi cercare di estendere la cedolare secca a tutti gli immobili, non solo al residenziale, visto che negozi, commerciale e direzionale stanno soffrendo. Con lo smart working molti hanno deciso di ridurre lo spazio degli uffici. I negozi con l’e-commerce e le piattaforme sul web stanno soffrendo, come testimoniano i centri di Reggio o altre città. Io sto a Correggio e l’effetto si sente. Molti piccoli proprietari anche reggiani attendono poi lo sblocco degli sfratti, attivato dopo il Covid».
Enrico Lorenzo Tidona
FONTE: ARTICOLO GAZZETTA DI REGGIO